Comunita' di Israele - Associazione ONLUS

 LETTERA FRATERNA n. 57 - novembre 2013   

Ebrei
che credono in Gesù





  

Prima di parlare degli Ebrei che credono in Gesù, dobbiamo chiederci perché la maggior parte degli Ebrei non crede in Gesù.
Gli Ebrei credono che con la venuta del Messia si avvereranno queste profezie:

  • Ricostruzione del Tempio (Ezechiele 37, 26-28 e Isaia 2,2).
  • Raduno dei Dispersi (Deuteronomio 30,2-4; Isaia 11,11-12; 43,5-6; Amos 9,14-15; Geremia 23,7-8; Ezechiele 39, 25,27-29 etc.).
  • Fine del peccato (Ezechiele 37,23; Sofonia 3,13; Isaia 60,21; Geremia 50,20 etc.).
  • Conoscenza e consapevolezza di Dio (Isaia 11,9; 40,5; Geremia 31,32-33; Gioele 3, 1-2).
  • Un solo modo universale di adorare Dio (Sofonia 3,9; Isaia 2,2; Michea 4,1-2; Zaccaria 14,9,16 ).
  • Pace e Armonia Universale (Isaia 2,2-4; Michea 4,1-3; Zaccaria 9,10, Isaia 11,6-9 etc.).
  • Resurrezione dei Morti (Isaia 26,19; Ezechiele 37, 12-14, Daniele 12,2).
  • Fine della Malattia e della Morte (Isaia 25,8; 36,5-6)

Poiché queste profezie - secondo gli Ebrei - non si sono avverate, essi non credono che Gesù Cristo è il Messia tanto atteso.
Tuttavia, esiste una minoranza che crede che Gesù è il Messia. Sono Ebrei cristiani che credono che Gesù è il Messia d'Israele e che, continuando a dirsi ebrei e condividendo la fede cristiana, non vogliono «cambiare religione». Situazione difficile, perché per le autorità rabbiniche loro non sono più ebrei, e per i cristiani delle chiese tradizionali... sono veramente cristiani? E perché non sono semplicemente cattolici, protestanti o ortodossi? Qualche volta, quello che sembra «del tutto semplice» diventa problematico! Se non ci fossero stati degli ebrei che hanno riconosciuto nell'ebreo Gesù il Messia d'Israele, non ci sarebbero mai stati dei cristiani, dei pagano-cristiani.
Sono stati necessari quegli ebrei che vivevano 2000 anni fa in Galilea per dire: «Colui di cui è scritto nella legge di Mosè e nei Profeti, noi l'abbiamo trovato. E' Gesù, figlio di Giuseppe, di Nazaret» (Gv 1,45). Che cosa c'è di strano nel fatto che degli ebrei di oggi, e per di più in Israele, lo scoprano, lo riconoscano come Messia d'Israele e desiderino parlarne alle persone intorno a loro?
Una volta si parlava di giudeo-cristiani, oggi loro si fanno chiamare ebrei messianici.

Storia
Mentre nei primi secoli della nostra era i giudeo-cristiani - chiamati nazareni e poi cristiani - facevano parte di quella molteplicità di facce del giudaismo dell'epoca, molto presto furono espulsi dalle sinagoghe. In effetti, dopo la distruzione del Tempio nel 70, i farisei eliminarono tutte le «sette» ebraiche.
Nei secoli seguenti gli ebrei che abbracciano la fede cristiana si integrano nella Chiesa delle nazioni perdendo la loro identità ebraica, sia per la Sinagoga, sia per la Chiesa. «Tu non sei più ebreo, tu sei cristiano, tu hai cambiato religione». Questa realtà è sempre attuale nel popolo ebraico:
«Un ebreo che si converte a un'altra religione rompe ipso facto la sua appartenenza al nostro popolo», diceva il 20 ottobre 1998 il Grande Rabbino Samuel Sirat.
Per la Chiesa era lo stesso. Lei voleva che ci fosse una distinzione netta tra Israele e la Chiesa.
Per esempio, nel Sinodo di Nicea II (730) fu deciso che ogni espressione di fede ebraica sarebbe stata bandita dalla Chiesa: la circoncisione, lo Shabbat, le feste ebraiche. Ancora una cinquantina di anni fa, un ebreo, per essere battezzato, doveva abiurare dal suo ebraismo.
Nel 1813, in Inghilterra, dei cristiani di origine ebraica, per differenziarsi dai cristiani delle nazioni, fondano i "Benei Abraham", un'associazione di ebrei cristiani. In seguito, nel 1865, vede la luce l'"Unione cristiana ebraica", formata da ebrei che per la loro origine e la loro fede in Gesù Messia d'Israele si considerano i successori dei primi discepoli. Nel 1866 queste due associazioni si uniscono e formano l'"Alleanza cristiana ebraica".
Dopo la Gran Bretagna è la volta degli Stati Uniti, dove si crea l'"Alleanza cristiana ebraica americana" con la stessa visione di riunire i cristiani di origine ebraica e di annunciare il Messia agli ebrei. Nel 1930 queste due Alleanze si federano in una "Alleanza cristiana ebraica internazionale". I suoi membri si differenziano dai cristiani per la loro pratica vicina all'ebraismo. Nel 1939 sono circa 100.000, raggruppati in assemblee autonome, numerose soprattutto negli Stati Uniti. Questi cristiani ebraici a poco a poco arrivano a farsi chiamare ebrei messianici. Questo termine sottolinea nello stesso tempo la specificità dei credenti usciti dall'ebraismo e il loro desiderio di accentuare la continuità senza rottura con la loro origine. Non si considerano come ebrei convertiti, ma come ebrei compiuti o ebrei credenti.
Nel 1965 questa alleanza diverrà l'"Alleanza Internazionale degli Ebrei Messianici" (IJMA).
Molto attenti alle profezie e alla loro realizzazione nella storia contemporanea, questi ebrei messianici vedono nella creazione dello Stato d'Israele, nel 1948 il ritorno degli esiliati, nella vittoria israeliana del 1967 e nella riunificazione di Gerusalemme un «segno dei tempi» (Lu 21,24) che annuncia la seconda venuta del Messia.
Il gruppo più conosciuto, anche se minoritario e molto controverso, i «Jews for Jesus», agisce in due direzioni: aiutare i cristiani a ritrovare l'origine della loro fede e annunciare agli ebrei il Messia.
In Francia, l'Alleanza messianica francese conta qualche centinaio di membri.

In Israele
Nel 1948 arriva in Israele un anziano medico coloniale, ebreo di nascita, Zeev Koffsmann.
Durante il suo mandato in Costa d'Avorio era entrato in contatto con la chiesa pentecostale e aveva, insieme a sua moglie, riconosciuto Gesù come il Messia d'Israele, continuando a considerarsi in tutto e per tutto come ebreo. Rimosso dal suo posto dalle autorità di Bichy durante la seconda guerra mondiale, si sente spinto a venire in Israele e a fondarvi un'assemblea messianica: «L'assemblea messianica ha lasciato Gerusalemme nel 70 con il popolo ebraico nel momento dell'esilio, e vi è ritornata con il popolo nel 1948», diceva. E' a lui che si deve il termine "messianico" per caratterizzare gli ebrei che credono in Gesù. Nel 1950 fonda l'"Assemblea messianica d'Israele", che diventerà l'"Assemblea messianica di Gerusalemme", con il desiderio di far rivivere la Chiesa primitiva restituendo alla fede cristiana la sua vera origine e il suo stile di vita ebraico. Zeev pensava che in avvenire gli ebrei messianici sarebbero stati un ponte tra l'ebraismo e il cristianesimo. Gesù Cristo vi è nominato soltanto con il suo nome ebraico: Yeshua Hamashiah.
Altre assemble nascono poi nel paese, formate all'inizio da immigrati, soprattutto dall'Europa.
Nel 1973 si contano 7 assemblee in Israele, con circa 1000 membri, ebrei e non ebrei.
Nel 1986 sono 3000, ma è soprattutto negli anni '90 che questo movimento s'ingrandisce grazie all'arrivo di immigrati dall'ex URSS.
Nel 1999 circa 5000 messianici si riuniscono in 69 assemblee e 12 gruppi familiari.
A Gerusalemme nel 1986 c'era soltanto l'assemblea messianica fondata da Koffsmann, in via dei Profeti. Nel 2008 ce n'è una ventina, senza contare i gruppi familiari.
Quante ce ne sono in Israele? E' difficile dirlo, tanto sono fluttuanti queste assemblee che si dividono e si riuniscono fra di loro. Attualmente il numero degli ebrei messianici nel paese è valutato da 6000 a 10000.

Profilo delle assemblee
Le assemblee contano tra 20 e 250 membri. Ciascuna di esse è indipendente, ha il suo proprio profilo, la sua storia, la sua visione, i suoi pastori e la sua teologia. Tuttavia, anche se sono molto variate, hanno dei tratti comuni sia nella teologia che nella preghiera e nella pratica. Tutte mettono l'accento sulla seconda venuta del Messia. E in questo, cioè nella fervente attesa della redenzione, sono vicine a certe correnti dell'ebraismo.
Tutte (o quasi) hanno adottato il candelabro ebraico, si riuniscono nel giorno di Shabbat, qualche volta il venerdì sera, all'ingresso dello Shabbat. Tutte celebrano le feste di pellegrinaggio, Pessach, Shavuot e Succot, feste in cui il Dio d'Israele interviene nella storia del suo popolo.
Per loro Gesù è venuto a compiere queste feste: è a Pessach, festa dell'uscita dall'Egitto, che Gesù è morto e risuscitato; è a Shavuot, festa del dono della Torah, che lo Spirito Santo è disceso sugli apostoli; e, per alcuni, Succot è la festa della nascita di Gesù.
Certe feste cristiane hanno dunque cambiato di data e altre non sono celebrate. Trovano anche il loro posto le altre feste del calendario ebraico: Purim, Hanukah, la festa dell'Indipendenza...
Tutte queste assemblee sono molto attente alla situazione politica del paese, e supplicano Dio che la sua volontà sia fatta.
Le profezie, interpretate in modo letterale, danno il tono alla loro intercessione per il paese.
I bambini maschi sono circoncisi, e una cerimonia particolare è organizzata nel momento del loro Bar Mitzva, o al Muro del pianto o nel locale di culto. Ogni ragazzo deve sentirsi in tutto e per tutto ebreo e israeliano. Nella maggior parte delle assemblee il culto si svolge in ebraico, spesso con traduzioni simultanee in russo, in inglese, qualche volta in tedesco e francese. Bisogna dire che nella maggior parte di queste assemblee i nuovi immigrati non padroneggiano a sufficienza l'ebraico, e spesso inoltre ci sono visitatori stranieri.
Per tutti la Sacra Scrittura comprende il Tanach (Antico Testamento) e il Nuovo Testamento, perché per loro la Bibbia è interamente ebraica e Parola di Dio.
Celebrano la Santa Centa in generale una volta al mese.
Il battesimo è proposto agli adulti che hanno creduto nel Messia. Lo praticano per immersione, come nella Chiesa primitiva.
Non si trova mai la croce nei loro luoghi di culto, mentre si trova la menorah, la stella di Davide, qualche volta uno shofar, delle bandiere con versetti biblici in ebraico... e perfino la bandiera d'Israele.
Lo svolgimento del culto è praticamente lo stesso: un'ora di lode, spesso la lettura di una parte del testo della sinagoga, il sermone di un'ora, preghiere e testimonianze. Lo Shmah, la benedizione dei Cohanim, e anche il Padre Nostro, trovano il loro posto.
Le donne non predicano. Hanno invece un servizio per i bambini. Tutti i messianici mettono l'accento sull'importanza della testimonianza: «Noi l'abbiamo trovato!»

I luoghi di culto
I culti si svolgono in appartamenti o sale private generalmente in affitto, raramente in una chiesa.
Citiamo per esempio l'assemblea dell'«Agnello sul Monte Sion», che tiene le sue riunioni nella Chiesa anglicana di Christ Church a Gerusalemme. Alcune assemblee hanno comprato e costruito.
Segnaliamo «il Padiglione», grande sala con 700 posti, comprata dall'assemblea King of King al centro della città di Gerusalemme, al pianterreno di un edificio di 14 piani. La medesima comunità possiede anche il quattordicesimo piano, luogo di preghiera dove si succedono gli intercessori d'Israele di tutte le nazioni.

I pastori
I primi pastori di queste assemblee erano per la maggior parte dei nuovi immigrati dall'America, dalla Russia, dalla Francia o dall'Etiopia. Molti avevano ricevuto una formazione biblica in qualche scuola evangelica del loro paese. Negli anni '80 sono state create alcune scuole bibliche in Israele.
Diverse assemblee organizzano regolarmente dei corsi di formazione per i loro membri. E' certo che la formazione teologica e pratica dei quadri messianici israeliani non è che al suo inizio.
Alcuni nuovi pastori, avendo studiato il pensiero rabbinico e la lettura ebraica delle Scritture, desiderano aprire le loro assemblee a questo approccio ebraico alla Parola.

L'opposizione
Dal punto di vista giuridico le assemblee messianiche sono delle associazioni dichiarate (amouta). In generale la loro presenza è accettata. Tuttavia l'opposizione esiste.
Da certe autorità ebraiche i messianici sono accusati di essere missionari. Un documento sottoscritto dai leader di quattro denominazioni ebraiche (conservatori, ortodossi, liberali e riformati) rimprovera loro di essere «in conflitto radicale con gli interessi comunitari e il destino del popolo ebraico», e di esibire un «ebraismo che non è tale», cosa che spinge loro a «cercare di convertire i loro ex correligionari».
Nel 1977 è stata votata una legge per frenare questo movimento. Divieto di evangelizzare i minorenni e di proporre un aiuto materiale allo scopo di indurre alla conversione. Il resto è legale.
Nel 1997 e nel 1998 due nuove leggi anti-missionarie più incisive sono state presentate alla Knesset, ma non hanno avuto seguito.

Conclusione
Malgrado l’opposizione si può affermare che questo movimento è diventato un ponte tra gli ebrei e i cristiani, come desideravano i suoi precursori.
E' tempo che noi cristiani stiamo attenti a questa realtà nuova - ma a rifletterci bene piuttosto antica - dell'esistenza di ebrei che hanno incontrato il Risorto, Gesù Messia d'Israele, senza con questo perdere la loro ebraicità. E che possano contare sulla nostra solidarietà e la nostra preghiera.

Don Mimmo Mottola

  

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